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L’approccio e le tecnologie abilitanti per la Digital Transformation

6 minuti

Diciamo, innanzitutto, che lo sforzo per automatizzare e rendere i processi costantemente più fluidi e rapidi è e rimane un obiettivo primario che deve essere perseguito come priorità nel contesto più generale del recupero di efficienza. Siamo nel contesto base della digitalizzazione di processi dove ogni processo manuale, trasposto in modalità digitale, non solo libera tempo e risorse ma allena la mente a pensare sempre più in ottica di miglioramento continuo.

La digitalizzazione del mondo reale ci pone nella posizione di potere elaborare le informazioni raccolte. L’IoT estende le capacità dei nostri 5 sensi e consente di memorizzare in modo permanente e riutilizzabile i dati raccolti. L’ AI è capace di interpretare con immediatezza questa grande quantità di dati aiutandoci a classificarli, interpretarli e analizzarli in chiave umana, attraverso l’interpretazione dei testi, del linguaggio, delle espressioni facciali nei video o nelle foto.

IoT e AI dove adottati modificano profondamento l’esperienza di uso degli strumenti e grazie alla vasta diffusione e integrazione consentono di accrescere le potenzialità umane.

Il mondo reale e quello digitale interagiscono tramite la Realtà Aumentata, Virtuale e Mista, che trasportano il digitale all’interno dello spazio fisico, modificando le interazioni tra le persone e le modalità di utilizzo dei media. Si crea così una nuova user experience composta di ambienti simulati, in cui l’uomo e le informazioni circostanti si prendono per mano, interagendo e collaborando per migliorare la qualità del lavoro e dello stile di vita.

La scelta conseguente di automatizzare processi attraverso lo sviluppo di soluzioni interne verso l’opzione di utilizzare servizi esterni è uno dei primi tasselli che contribuiscono a stabilire una strategia di Digital Transformation.

Un esempio pratico di questo approccio è, ad esempio, l’ampiezza delle soluzioni disponibili oggi sul mercato in modalità SaaS (Software as a Service). Si tratta di un’offerta in costante aumento non solo per alcuni settori specifici di utenza come, per esempio, la gestione delle risorse umane, ma per interi comparti operativi come la gestione amministrativa, la logistica e i trasporti, piattaforme per la formazione e training dei dipendenti sino ad arrivare alla completa digitalizzazione degli strumenti di Digital Workplace e gestione dei contenuti.

Uno degli elementi comuni di supporto e di spinta verso questo modello è certamente quello legato all’incremento esponenziale dei problemi relativi alla gestione della compliancy amministrativa e della sicurezza che, in particolare per le piccole e medie organizzazioni, comporta la gestione di problematiche del tutto simili a quelle di grandi aziende ma con problemi a volte irrisolvibili relativi all’approvvigionamento delle competenze e alla complessità e ampiezza degli aspetti tecnici e normativi cui assolvere.

Le soluzioni SaaS e di Digital Workplace rispondono molto bene a questo tipo di sollecitazioni; attraverso concetti di ‘Security by Design’ indirizzano e risolvono in modo puntuale questo tipo di problemi. 

Vi sono poi organizzazioni complesse che operano già in contesti articolati e pervasivi di integrazione con mercati elettronici e che dispongono di competenze estese e soluzioni direttamente governate dalle strutture di business.

Queste organizzazioni, sempre più di frequente, hanno nella capacità di riallineamento dei processi e nella flessibilità all’integrazione con i vari stakeholder la ragione del proprio successo e leadership di mercato. Creando gemelli digitali delle proprie organizzazioni riescono a elaborare scenari infiniti in tempi rapidissimi per ridurre al massimo gli errori e massimizzare le chance di successo nel mondo reale.

Quali sono quindi gli elementi di innovazione con cui le organizzazioni possono misurarsi per determinare strategie mirate di Digital Transformation?

  • L’adozione di modalità di sviluppo del ciclo del Software con metodologie DevOps che creano un continuo tra le componenti software e la domanda di infrastruttura.
  • L’utilizzo di unità di consumo dinamiche ‘on demand’ in modalità IaaS e PaaS.
  • La capacità di esporsi e integrare servizi esterni secondo una organizzazione dei servizi API based.

La combinazione di questi tre modelli rappresenta una delle risposte più efficaci per rispondere a esigenze operative dove velocità e capacità di riconfigurarsi dinamicamente sono una fonte primaria di vantaggio competitivo. Si tratta tuttavia di paradigmi nuovi che richiedono una revisione complessiva non solo dei metodi di produzione del software ma anche di come le applicazioni vanno riprogettate per rispondere efficacemente a questi principi diventando, quindi, applicazioni descrivibili come Cloud Native.

Ad ogni modo, per affrontare al meglio la Digital Transformation, un fenomeno che prevede una continua mutazione di paradigmi, tecnologie e modelli di business, è necessario disporre di un capitale umano in grado di far fronte al cambiamento in modo agile e, quindi, di disporre di quelle che la letteratura definisce Dynamic Capabilities. Si tratta di quelle capacità che rendono un’organizzazione capace di agire in uno stato di costante trasformazione, e di gestire con prontezza l’incertezza derivante dalle discontinuità tecnologiche e di mercato. La strada per la costruzione di tali competenze nasce dall’oculata formazione delle risorse umane e dalla continuazione interazione con input provenienti dall’esterno.

Ma c’è un’ultima e forse più interessante prospettiva di Digital Transformation. Essa estende i propri obiettivi agendo in contesti ad elevato grado di indeterminazione dei processi

(what if…), accompagnata da una enorme variabilità e voluminosità dei dati e dei

sistemi o ecosistemi nei quali l’informazione nasce, transita e si arricchisce di significato interagendo con strutture o soggetti esterni all’organizzazione.

L’interazione con questi contesti aperti che sono sostanzialmente ecosistemi che nascono, vivono, e si evolvono in Cloud comporta dinamiche indipendenti rispetto a modelli procedurali predefiniti, fino a mettere in discussione il concetto stesso di processo inteso come elemento deterministico. Se osserviamo quali sono gli elementi costanti alla base di questi processi di trasformazione digitale, troviamo alcuni abilitatori fondamentali e strutturalmente costitutivi del fenomeno: la centralità sui dati, l’interazione real-time determinata da una crescente base di sensori IoT, il supporto di agenti di Intelligenza Artificiale per sovrintendere in tempo reale alle decisioni determinate da una così ampia base di dati.

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